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Ricerca sul cancro - CRM197 - Fondazione Silvio Buzzi

L’oncologia scopre le immunoterapie

Come ci ricordano i quotidiani, l’oncologia sta facendo molti passi nella direzione delle immunoterapie. In Italia come in altri paesi.

Il concetto che è alla base di questa tendenza è: invece di usare armi necessariamente pesanti contro i tessuti malati, con inevitabili danni anche a carico di tutti i tessuti sani, vista la non specificità dei farmaci, e con effetti spesso transitori, è meglio convogliare le difese proprie dell’organismo, contro le cellule mutate. Questo dovrebbe consentire risultati migliori , più duraturi, e meno gravati da effetti collaterali. Si ritiene che il sistema immunitario di ogni individuo sia in grado di difendersi dalle malattie, anche dal cancro. Occorre capire come aiutare il sistema immunitario a difendersi da quelle forme di malattia, tumori compresi, che tendono a sfuggire al controllo. In generale negli ultimi anni non solo l’oncologia, ma tutta la Medicina ha cercato di curare, quando possibile, stimolando un’azione del sistema immunitario. I vari tentativi fatti in ambito Oncologico, certamente interessanti e promettenti, sono limitati dal fatto che le molecole responsabili dell’attivazione devono essere introdotte nelle cellule con sistemi molto sofisticati e artificiosi, rendendo difficile almeno per ora la realizzazione pratica sull’uomo. Tra questi abbiamo: lo sfruttamento  delle cellule sentinella o dendritiche, che vengono “armate” con farmaci e così potenziate e addestrate a riconoscere cellule tumorali; l’uso di vaccini basati su microorganismi da inserire nelle cellule tumorali e contro cui incanalare l’azione del sistema immunitario; le modificazioni del genoma delle cellule neoplastiche o dei microorganismi stessi per ottenere (o per abbinare) una  risposta immunologica contro qualche proteina tumorale. A questo proposito, due considerazioni:

  1. il trattamento con CRM197 si distingue perché è l’unico in cui la molecola usata incontra sulla superficie cellulare un suo recettore specifico e vi si aggancia spontaneamente senza la necessità di interventi artificiosi. Il recettore, HB EGF, è presente infatti su tutte le cellule dei mammiferi, ma particolarmente fitto su quelle tumorali e sulle placche aterosclerotiche e consente una attivazione del sistema immunitario contro queste due entità patologiche.
  2. è inoltre giusto sottolineare che la “via immunologica”, proposta come percorso d’avanguardia, ultima frontiera di una ricerca che si rinnova sempre, è in realtà una strada su cui qualcuno cammina pazientemente da 40 anni, tra l’indifferenza dell’Oncologia  ufficiale.

D.ssa Anna Maria Buzzi

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