Nei primi anni ’70, Silvio Buzzi sperimentò per la prima volta al mondo a scopo antineoplastico la TD in topi portatori del tumore di Ehrlich.
Queste esperienze dimostrarono che: 1) la molecola esercita realmente una attività antitumorale, 2) in tale attività ha un ruolo anche il suo forte potere di stimolazione del sistema immunitario (29-30).
Ciò fu confermato successivamente da tentativi clinici autorizzati da un Comitato Etico locale purché condotti su pazienti avanzati, sfuggiti alle terapie convenzionali, informati e consenzienti con dichiarazione scritta (31, 32).
La successione di eventi immunologici provocati dal legame del CRM197 con l’HB-EGF particolarmente fitto sui tumori potrebbe essere così ipotizzata:
a)Alta densità del recettore per CRM197 nei tumori.
b) Convergenza di molecole di CRM197 sul tumore ricco di HB-EGF.
c) Convergenza nella stessa area di anticorpi antidifterici attratti dalle molecole di CRM197 adese a quelle di HB-EGF (l’anticorpo antidifterico è sempre presente negli umani, a livello più o meno alto, come conseguenza di vaccinazioni o di piccole infezioni asintomatiche)
d) Formazione di molti immunocomplessi, cioè legami anticorpo/CRM197, strettamente adiacenti. Questo costituisce la condizione ideale per una massiccia attivazione del sistema immunitario che attaccherà queste complesse strutture, interpretate come estranee all’organismo (“non self”).
La formazione di immunocomplessi fra CRM197 e anticorpo antidifterico avverrà con ogni probabilità anche sui tessuti sani, ma la notevole distanza esistente fra le molecole di HB-EGF in questi tessuti rende impossibile l’attivazione del sistema immunitario. Pertanto il CRM197 non crea alcun danno al tessuto sano, mentre attiva il sistema immunitario contro la massa tumorale. A dimostrazione di questo, il trattamento con questa molecola è poverissimo di effetti collaterali e solitamente molto ben tollerato.
Dave Alcuni anni fa il meccanismo che è alla base dell’azione antineoplastica della Tossina Difterica, prima intuito, poi razionalmente sostenuto, infine sperimentalmente dimostrato ha avuto una ulteriore riprova. Silvio ricevette una e - mail da parte di una signora americana che gli raccontava la storia di suo marito: Dave, malato da alcuni anni di melanoma, aveva avuto l’ennesimo ricovero; come spesso accade ai soggetti fisicamente compromessi, in ospedale aveva contratto un’infezione batterica; era stato a lungo in condizioni molto critiche; infine aveva superato l’infezione. La sorpresa era venuta quando Dave si sottopose ai consueti controlli per valutare le dimensioni delle numerose metastasi del suo tumore: alcune si erano ridotte, altre completamente sparite. La malattia infettiva che aveva contagiato Dave durante il ricovero era la Difterite. La moglie aveva intuito che poteva esserci un misterioso legame tra l’infezione e la riduzione del tumore; fatta una ricerca su Internet aveva trovato i lavori di Silvio e si era subito messa in contatto. Dave venne in Italia e si sottopose a trattamento con CRM197 e, pur essendo ormai un malato terminale, ebbe un beneficio in termini di allungamento e miglioramento della qualità della vita.
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